Storia della quotazione dell'oro

 

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Che l’oro abbia sempre esercitato un grande fascino e un enorme valore, è fuori di dubbio. La quotazione dell’oro a così alti livelli si deve ad un numero infinito di fattori, a cominciare dall’estrema duttilità del metallo correlato all’indistruttibilità. Sono state le caratteristiche fisiche dell’oro, in sintesi, a stabilire per prime la richiesta e a conferirne la tradizionale accezione di “ricchezza”.

Inoltre, nei tempi antichi fin dalla preistoria era – come oggi – il metallo fondamentale per la creazione dei gioielli, i quali a loro volta erano chiaramente appannaggio esclusivo di nobili, sovrani ed aristocratici.
Essendo stato, oltre che a bene di valore oggettivo, anche moneta di scambio in sé e per sé, molto più spesso di quanto si pensi la realizzazione di monili d’oro era sinonimo di ricchezza da mostrare ma anche, e soprattutto, da trasportare.

 

 

Quotazione dell'oro ai tempi di Roma antica e Roma imperiale

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Indossare gioielli potenzialmente era maggiormente sicuro che rinchiudere dei lingotti in una cassetta di sicurezza. Recenti scavi archeologici hanno dimostrato che le prime monete d'oro già cominciavano a circolare nel secondo millennio avanti Cristo, mentre nelle città stato della Grecia antica già a partire dal VII secolo a.c. le monete d'oro erano di uso corrente. Durante l'età antica di Roma furono battute le prime monete d'oro, denominate Aureo dal valore di 25 Denarii d'argento, inizialmente sporadicamente (circa 280 a.c.) e poi continuativamente durante il periodo della conquista della Gallia ad opera di Giulio Cesare intorno al 50 a.c.

In epoca augustea un Aureo equivaleva in valore a 2 Quinario d'oro, a 25 Denarii, a 50 Quinario d'argento, a 100 Sesterzi, a 200 Dupondio, a 400 Assi, 800 Semisse, 1600 Quadrante.

Adesso per intuire il valore della moneta d'oro Aureo possiamo citare alcuni prezzi di beni che si potevano acquistare nell'età imperiale di Roma ai tempi di Augusto: 1 Kg di pane o 1l di vino costavano 2 Assi. Un primo piatto romano di legumi e verdure poteva costare 1 Asse. La prestazione di una prostituta nel lupanare era valutato 1 Sesterzio. Comprare una tunica di buona fattura poteva costare circa 12 Sesterzi. Acquistare uno schiavo voleva dire spendere almeno 2500 Sesterzi.

A questo punto facendo un veloce raffronto tra il costo di 1 Kg di pane oggi (3€ al Kg) e a quel tempo risaliamo al valore di mercato delle monete antiche: 1 Asse valeva 1,5€. Un vestito veniva a costare circa 70€, mentre andare nel lupanare costava solo 6€. A questo punto il valore di un Aureo d'oro era 600€.

 

 

Storia moderna dell’oro

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La quotazione oro così come la conosciamo oggi, passa inevitabilmente attraverso gli eventi della corsa all’oro nell’Ottocento Americano, quando un numero praticamente incalcolabile di persone lasciò la propria occupazione per andare alla ricerca delle mitiche “pepite” e fare così la propria fortuna.

Il movimento di tipo sociale, e parzialmente anche politico, che coinvolse i coloni inglesi dell’epoca fu talmente importante da stabilire le regole di misura e quotazione dell’oro valide ancora oggi: il metallo prezioso infatti ha come unità di misura l’oncia troy (corrispondente a circa 31 grammi) e si valuta in Dollari Americani.

Gli albori degli scambi commerciali basati sull’oro nell’epoca della famosa “febbre”, tuttavia, non furono esattamente ordinata a livello regolamentare: i cercatori infatti cercavano di vendere il proprio oro al prezzo migliore possibile, il che significa che, di fatto, esisteva un margine di trattativa discrezionale piuttosto ampio, e le uniche valutazioni attendibili era il peso delle pepite e analisi, più o meno probabili, della purezza.

In seguito allo strutturarsi dei vari mercati valutari fu necessario, viceversa, creare dei parametri univoci per definire il valore del metallo prezioso.     
Nello specifico, la quotazione dell’oro viene definita dalla Borsa di Londra due volte al giorno. Ciò avviene dal 1919, e le quotazioni della Borsa Londinese hanno valenza universale.    
Curiosità: anche gli orari in cui vengono definiti quotidianamente i parametri di riferimento economici dell’oro sono sempre gli stessi: 10e30 del mattino e 3 del pomeriggio (fusorario di Londra, chiaramente).

 

Come cambia la quotazione dell’oro

Come è noto, le variabili che incidono sul prezzo dell’oro sono diverse, a cominciare dalla volatilità della sua moneta di riferimento, il Dollaro Americano, nel mercato valutario.                          
In poche parole: oscillazioni del dollaro vogliono dire oscillazioni del valore aureo. Più nello specifico, l’aumento del valore del dollaro avrà, teoricamente, come conseguenza la diminuzione della quotazione dell’oro.

Il legame fra l’oro e la sua valuta di riferimento si evidenza anche sulla base di fattori diversi: instabilità economica o politica, per esempio, avranno come effetto una generale crescita della quotazione dell’oro, in virtù del fatto che, ad oggi, il metallo giallo è considerato a tutti gli effetti un bene rifugio, il cui status di “tutela” è riconosciuto in tutto il globo.

Infine, l’introduzione dell’oro nei mercati azionari (avvenuta per la prima volta ufficialmente nel 1971) lascia facilmente intuire come anche le azioni speculative sui mercati possano incidere sulle oscillazioni della quotazione oro, tanto quanto i cambiamenti politici, le crisi economiche, gli scontri bellici e le catastrofi naturali.

 

Grafico quotazione storica oro

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Dal grafico Quotazione Storica Oro vediamo come a partire dal 2004 l'andamento dell'oro è stato sempre crescente fino al 2013 fino ad avere un valore di quasi 1400€ all'oncia. Il valore dell'oro è poi sceso di colpo e nel 2014 si è assestato sotto le 1000 euro. Da fine 2014, inizio 2015 la quotazione dell'oro ha invertito marcia e il valore tende a salire.